Riproduzione ed Allevamento Tonno 

L'equilibrio tra la riproduzione e la stabulazione: una sfida vincente.

Lo Studio parte grazie ad una ricerca applicata, condotta dalla Facolta' di Medicina Veterinaria dell'Universita' di Bari  dove nel 2008 sono nate venti milioni di larve da tonni in cattivita'. Far riprodurre questi pesci in allevamento era l'anello mancante per fermare la strage del tonno rosso e trasformare l'industria di ingrasso del tonno in una acquacoltura autosufficiente, come avviene oggi per la spigola e l'orata. Il tonno rosso e' infatti richiestissimo dai giapponesi che lo usano per la preparazione di sushi e sashimi.
Il risultato della ricerca ha dunque due risvolti, uno ambientale, l'altro economico: da un lato viene salvata una specie prossima al collasso per le razzie della pesca illegale, dall'altro nasce un nuovo mercato che rivoluziona la pesca del tonno rosso, con una ricaduta economica di impatto enorme. Con l'Univ. di Salerno si sono sviluppati ulteriori studi per l'alimentazione e la crescita dei tonni riprodotti in cattività. 

Con la partecipazione scientifica di: 

Schiuditoio ed allevamento Vongole

Progetto Riservato : ref dr. Tommaso Pagliani

Sfruttando il ciclo di maturazione sessuale naturale è possibile riprodurre vongole in schiuditoio da destinare sia ad azioni di ripopolamento mirate  o ad allevamenti stabili in vasche

Riproduzione ed allevamento Gamberi

L'allevamento del gamberone (genere Penaeus) ha evidenziato ormai da tempo le opportunità ed i problemi connessi alle tecnologie usate per lo sviluppo di questo settore che presenta un mercato di notevole interesse.L’impianto è composto da una serie gruppi funzionalmente omogenei ed autonomi che consentono di graduare a piacimento l’entità totale dell’impianto con la possibilità di allargamenti susseguenti senza interferire con l’esistente. 

Tale gruppo modulare è la base costruttiva dell’impianto ed il numero dei gruppi da impiantare viene determinato dalle esigenze economiche dell’azienda tenendo presente un minimo per raggiungere una consistenza produttiva tale da rendere economico l’intervento. 

Un modulo è sostanzialmente costituito da quattro vasche indipendenti inserite in un unico circuito fornito di due depuratori e relativa ossigenazione e termostatizzazione. Le vasche sono di piccola dimensione per un migliore controllo della biomassa presente e sono fornite di un sistema di drenaggio tutto particolare per creare un ambiente ottimale agli animali stabulati sotto il profilo dell’ossigenazione e dei requisiti igienico sanitari.

 


 

Allevamento datteri di mare  

Al contrario delle cozze che vedono un rapido sviluppo, la crescita dei datteri di mare è molto lenta. Vive all’interno di rocce calcaree corrodendole tramite secrezioni acide e si nutre di materiale organico che raccoglie estroflettendo una sorta di sifone al di fuori della galleria. Può raggiungere le dimensioni massime di 8-10 cm ed è stato calcolato che raggiunge la lunghezza di 5 cm dopo circa 15-20 anni; le popolazioni di dattero di mare possono raggiungere densità massime nelle pareti costituite da calcaree, fino a 300 individui/m², che si sviluppano perpendicolarmente, soprattutto lungo i primi metri di profondità (1-5 m). I fondali più minacciati dalla distruzione connessa alla pesca del dattero sono gli ambienti litoranei di falesia calcarea, che coincidono spesso con la localizzazione di numerosi parchi o riserve marine. In Italia crescono prevalentemente nel litorale spezzino e nel litorale pugliese del Tarantino. La pesca è molto invasiva e distruttiva nei confronti degli ambienti e dei litorali rocciosi che ospitano i datteri per pescarli infatti, si frantumano interi banchi di scogli. Per questo motivo, a seguito di una legge di qualche anno fa, per l’esattezza con il decreto n. 401 del 1998 questo manicaretto resterà nella memoria di coloro che lo hanno potuto assaporate ante legem.

Progetto ripopolamento Posidonia

Le posidonie catturano più CO2 che una foresta
Le posidonie catturano 6,6 tonnellate di CO2 per ettaro all'anno, ossia 5 volte più di una foresta. In Corsica, questa vegetazione rappresenta 53.000 ettari, un patrimonio inestimabile che bisogna sorvegliare, dal momento che le acque si riscaldano. Il progetto già presentato in ambito LIFE si ripropone con estrema attualità.